martedì 23 agosto 2016

Recensione: La Coscienza di Zeno


Dopo un'assenza di qualche giorno, eccomi di nuovo qui con la prima recensione di questo blog! 


 
Titolo: La coscienza di Zeno
Autore: Italo Svevo
Anno: 1923

Trama: 

Difficile dire di che malattia soffra Zeno Cosini. Possiamo cominciare dal vizio del fumo: deve liberarsene, ma quando termina quell'ultima sigaretta, ecco che la voglia ricompare, perché proprio quella ha un sapore speciale. Poi c'è la questione degli studi: non riesce a decidere tra chimica e giurisprudenza. Quindi la faccenda del padre, che in punto di morte gli rifila un bello schiaffo - e lui non si spiega assolutamente il perché. E infine l'affare del prender moglie: possibile che di tre sorelle finisca per sposare esattamente quella che gli piace di meno? Sì, qualcosa che non va in lui c'è. Ma, anche quando individua una cura, si mette a litigare con il dottore. Alla fine Zeno sarà guarito? E da cosa poi? Probabilmente lo sa solo lui.


La storia in breve:

Dopo anni di infruttuose ricerche Zeno sembra aver trovato una cura alla sua malattia nella psico-analisi e in quel dottore che lo spinge a ricordare il suo passato. La sua dipendenza dal fumo, la morte del padre, l'incontro con la moglie, i tradimenti, l'amico Guido... tutto torna a galla, ma sarà davvero quella proposta dallo psicanalista la soluzione a quel suo male che nessuno era mai stato in grado di comprendere e curare?

La mia recensione:

"La vita somiglia un poco alla malattia come procede per crisi e lisi ed ha i giornalieri miglioramenti e peggioramenti. A differenza delle altre malattie la vita è sempre mortale".

Ho letto questo libro per scuola e ammetto che non lo avrei mai iniziato di mia spontanea volontà (ne avevo già letto un breve estratto alle medie e non mi aveva incuriosito per niente). Dire che mi è piaciuto è un'esagerazione, ma mi aspettavo di peggio dal momento che adoro i classici stranieri tanto quanto non mi piacciono i romanzi della letteratura italiana degli ultimi secoli, tranne qualche eccezione.
Il protagonista, Zeno Cosini, è un personaggio particolare. In alcuni casi è stato più facile per me comprenderlo e relazionarmi con la storia, per esempio nei capitoli dedicati alla sua dipendenza (anche se non fumo) o alla sua ipocondria, mentre in altri è stato più difficile, per esempio mentre racconta della sua amante o degli affari con l'amico-nemico Guido.


"Si capisce che è meno malato chi ha meno tempo per esserlo".

Per quanto riguarda lo stile di scrittura, la storia non è difficile da comprendere (o per lo meno non lo è il suo significato letterale) e si legge abbastanza velocemente.

Voto: 3 (nella sidebar troverete il sistema di votazione). Al libro in sé avrei dato forse un due, ma il finale mi è piaciuto davvero tanto! Il problema principale per me è  stato che le vicende non mi incuriosivano tanto da farmi desiderare di sapere cosa sarebbe accaduto dopo.

Lo consiglio? Sì, perché indipendentemente dal mio parere personale è pur sempre un buon libro, una parte importante della letteratura italiana del Novecento.

Cosa ne pensate? Avete letto questo libro?

Nessun commento:

Posta un commento