mercoledì 9 agosto 2017

Recensione: Paradiso perduto di John Milton



Autore: John Milton
Editore: Mondadori
Collana: Nuovi oscar classici
Formato: Tascabile
Prezzo: 12,00 €


Trama:
Poema che si propone la «giustificazione all'uomo delle azioni del Signore», Paradiso perduto usa la forma drammatica per dimostrare che Adamo ed Eva furono puniti perché peccarono, scegliendo deliberatamente il Male. Uniti nella colpa e nell'implacabile sentenza divina, furono cacciati dall'Eden sulla terra: un luogo ignoto nel quale sono destinati a vivere nell'infelicità. Pur nella drammaticità del tema, le pagine del Paradiso perduto vivono di delicatissime sfumature e di un senso idillico e musicale che ne fanno ancora oggi un'opera di straordinario fascino.


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La mia recensione

"La mente è il proprio luogo, e può in sé fare un cielo dell'inferno, un inferno del cielo. Che cosa importa dove, se rimango me stesso? [...] Qui almeno saremo liberi; [...] vi regneremo sicuri, e a mio giudizio regnare è una degna ambizione, anche sopra l'inferno: meglio regnare all'inferno che servire in cielo".

Comprai questo libro due anni fa e poi lo misi da parte, in attesa del momento adatto per poterlo leggere.

"Preferiamo la dura libertà al più facile giogo di un lusso servile".

Finalmente, dopo la maturità, mi sono decisa a iniziarlo. In realtà, mi aspettavo una lettura più impegnativa. L'edizione che ho acquistato presenta il testo a fronte e io ho deciso di leggerlo in italiano, perché la traduzione mi piaceva più del testo originale. Nonostante i numerosi richiami a elementi della tradizione biblica e della cultura classica, il testo non è affatto difficile da comprendere e le note esplicative sono numerose e approfondite. Io non sono credente, ma la mitologia e le religioni mi affascinano. Raccontano molto di un popolo e la loro importanza culturale è innegabile. 

"Perché dovunque fugga è sempre inferno: sono io l'inferno".

Era da tempo che desideravo leggere quest'opera di cui ho tanto sentito parlare. Il modo in cui viene trattato in questo libro un tema come la caduta di Lucifero e il peccato originale di Adamo ed Eva mi ha sempre incuriosita. In particolar modo la figura di Lucifero, l'angelo che ha scelto di ribellarsi a Dio e ha pagato il prezzo del suo orgoglio insieme alle sue schiere, perdendo per sempre il Paradiso. La descrizione che Milton fa dei suoi pensieri e dei suoi sentimenti lo rendono terribilmente umano.

"Conoscere può essere un peccato? Può essere morte? E se li regge solo l'ignoranza, è questo il loro stato felice, prova dell'obbedienza e della fede?"

Una cosa che, invece, mi ha fatto arrabbiare sono i continui richiami all'inferiorità di Eva nei confronti di Adamo. È come se la sua unica dote fosse la sua bellezza e l'unico scopo della sua vita fare compagnia ad Adamo e seguire i suoi ordini. Ho provato compassione per lei, la cui unica libertà sta nel poter scegliere di peccare.

"Non amare la vita, ma non odiarla nemmeno; vivi nel modo migliore il tempo che hai da vivere".

In conclusione, le mie aspettative sono state ampiamente soddisfatte. So che non si tratta di una lettura adatta a tutti i gusti, ma se il tema vi incuriosisce vi consiglio caldamente di acquistare quest'opera al più presto!

Voto: ☆☆☆☆

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